Case report: Lesione del sovraspinato e calcificazione
Oggi vi raccontiamo di una nostra paziente a cui era stato diagnosticato, con ecografia muscolotendinea, un problema alla spalla destra: una lesione del sovraspinato in cui si verificava una sindrome da conflitto. Il tendine era nettamente disomogeneo con la presenza di calcificazioni delle dimensioni più o meno di 5 mm.
Una recente Risonanza Magnetica/RMN (esame altamente più preciso e focale rispetto all’ecografia muscolotendinea), effettuata dopo il nostro ciclo terapeutico, ha evidenziato che non ci sono più rotture delle componenti delle cuffie dei rotatori, ma solo una leggera infiammazione del sovraspinato senza che, però, questo risulti ispessito né in presenza di sindrome da conflitto o di versamenti. L’RMN ha rilevato, quindi, un normale aspetto trofico del sottoscapolare, per cui il problema della paziente sta andando verso la risoluzione in assenza anche delle calcificazioni prima presenti.
Un risultato ottenuto tramite il nostro ciclo terapeutico, che lavora sulla sinergia tra la rigenerazione dei tessuti connettivali con lo stimolatore cellulare Limfa Therapy e il recupero funzionale tramite terapia chinesiologica, con il supporto dell’antinfiammatorio indossabile Shoulder Brace di Incrediwear Italia, che aiuta a non gravare sull’articolazione durante le azioni di vita quotidiana, riducendo i tempi di recupero.
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Significa che noi proviamo dolore in una parte del corpo, ma la sorgente di questo dolore si trova in un’altra zona: in termini tecnici si dice che la zona ipotonica non coincide con quella ipertonica. Ecco perché se un problema posturale ci causa un dolore all’improvviso, in assenza di un evento traumatico, è necessario risalire alla radice. Il dolore è, infatti, l’ultimo anello della catena e per questo dei semplici esercizi svolti a casa non bastano a risolverlo, anzi lo peggiorano.
Lo stetching va benissimo nella fase di allungamento di un corpo sano prima dell’attività sportiva, ma in una situazione patologica il cervello, pur di riuscire ad effettuare il movimento che gli richiediamo di compiere, lavora per circa il 5% con la parte del corpo interessata e per il restante 95% va a compensare coinvolgendo un’altra zona, che, però, ha un’altra funzione e che, compensando, si rovina.
Successivamente, in parallelo alla terapia, a domicilio si possono impiegare vari ausili come gli antinfiammatori indossabili di 
In una patologia posturale, la zona ipertonica, cioè quella dove si prova dolore, non coincide con quella ipotonica, cioè la sorgente del dolore: con l’alta tecnologia che possediamo presso lo Studio Kinesis-Med riusciamo a risolvere il dolore in breve tempo, ma è necessario terminare il ciclo terapeutico completo per risolvere la riattivazione della zona ipotonica e non rischiare una remissione della patologia.
E’ importante, quindi, attenersi sempre alle disposizioni del terapista che, oltre a scegliere il percorso terapeutico più opportuno per la risoluzione di ogni determinata patologia, ne indicherà al paziente la durata per evitare recrudescenze e risolvere la patologia in via definitiva.
Ne è un esempio lo studio “Ultra-Low Electromagnetic Fields Application on In Vitro Cartilage Regeneration: A Pilot Study to Improve Treatment of Osteoarticular Diseases”, che si concentra sulla rigenerazione cartilaginea, vale a dire di quei tessuti, le cartilagini appunto, che proteggono e avvolgono le articolazioni.
Lo studio completo è consultabile a questo link: 
Recupero post trauma distorsivo
Capita spesso che vengano proposte al paziente attività generiche per la risoluzione di problemi funzionali. Ma attività non specifiche, come ginnastica di gruppo o videocorsi, non sempre sono utili, e anzi rischiano di ritardare o impedire la risoluzione completa delle problematiche, fino addirittura a peggiorarle.
Un esempio su tutti? Le attività di ginnastica in acqua per il mal di schiena. In teoria il lavoro in acqua dovrebbe ridurre il carico sulla schiena, ma dall’altro lato impedisce di intervenire efficacemente su questo distretto. L’approccio più valido di cura risulta essere quindi l’esecuzione di esercizi mirati fuori dall’acqua.
